Il diritto alla provvigione per gli agenti immobiliari è un argomento di grande importanza nel settore, poiché influisce direttamente sulla compensazione per il loro lavoro. Tuttavia, la determinazione del momento in cui l'agente ha diritto alla provvigione è stata oggetto di discussione e interpretazione giudiziaria. In questo articolo, esamineremo il momento preciso in cui l'agente immobiliare acquisisce il diritto alla provvigione e le implicazioni di questa determinazione.
Il diritto alla provvigione per gli agenti immobiliari con la sentenza 9612/23, pubblicata l’11 aprile dalla II sezione civile della Suprema corte, la Cassazione ha spiegato che – come stabilito dall’articolo 1755 del Codice civile – il mediatore ha diritto alla provvigione da ciascuna delle parti, se l’affare è concluso per effetto del suo intervento, che può avvenire in diverse fasi del processo di vendita di un immobile.
Questo può includere la proposta di acquisto, il contratto preliminare o l'atto notarile definitivo.
In base a diverse decisioni giudiziarie, è emerso che l'operazione viene considerata conclusa al momento dell'accettazione della proposta d'acquisto da parte del venditore o alla firma del contratto preliminare. Questo perché in quel momento sia l'acquirente che il venditore assumono un impegno formale e definitivo l'uno nei confronti dell'altro.
Di conseguenza, l'agente immobiliare ha il diritto di richiedere la sua provvigione al momento della firma della proposta d'acquisto o del contratto preliminare, senza dover necessariamente attendere la firma dell'atto notarile definitivo.
È importante sottolineare che nonostante il diritto alla provvigione sorga al momento della firma della proposta d'acquisto o del contratto preliminare, l'agente immobiliare continua il suo lavoro fino alla conclusione finale dell'affare. Questo significa che seguirà i suoi clienti fino all'atto notarile definitivo, quando avviene effettivamente il trasferimento della proprietà.
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